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Il curriculum vitae è diventato inutile?

Con l’avvento di internet e dei social media, utilizzati anche per la ricerca attiva di lavoro, da molte parti si è sollevato il dubbio che il Curriculum Vitae rappresenti ormai uno strumento vecchio, praticamente inutile,   residuo archeologico di un’epoca inesorabilmente trascorsa. 

Oggi infatti  è possibile ricorrere a diverse modalità di presentazione , ad esempio si può  preparare un videocurriculum, creare blog o aprire canali youtube per raccontare la propria storia professionale oppure si possono  usare social specifici per la carriera professionale, come ad esempio Linkendin. 

Eppure il Curriculum Vitae (e la lettera di presentazione) restano ancora oggi un elemento cruciale nel processo di selezione del personale e inoltre rappresentano un fondamentale biglietto da visita del candidato alla ricerca di un posto di lavoro. Inoltre il CV  è uno strumento di presentazione che viene sempre richiesto sia dai datori di lavoro che dai portali di ricerca di lavoro, dai motori di ricerca, dai servizi di job placement universitari, dai centri per l’impiego. Infine, senza CV diventa molto più difficile caricare le  autocandidature nelle apposite pagine dei siti delle aziende.

Più che altro, ad invecchiare sono i formati, perché il CV deve adattarsi nella grafica e nei contenuti al linguaggio e agli stili contemporanei utilizzati nel Web. Se fino a pochi anni fa il 90% dei CV era scritto come una lettera commerciale, in bianco e nero, in un formato grafico che ricordava i primi testi a stampa a caratteri mobili di Gutemberg, oggi tutto questo non è più accettabile né presentabile .

Grafica accattivante e leggera, contenuti brevi ed essenziali, utilizzo di  parole chiave  per individuare le conoscenze e le competenze  possedute dal candidato sono il requisito necessario per la presentazione di un CV facilmente leggibile.

Un nota a parte merita il famoso CV in formato europeo, tanto in voga fino  a qualche anno addietro; questo formato  non risulta molto gradito alla maggior parte delle aziende e dei selezionatori, in quanto troppo pesante dal punto di vista grafico e troppo lungo. Viene di solito richiesto dagli enti pubblici, in caso di concorsi pubblici e per il lavoro all’estero tramite il servizio Eures.

In breve, il CV contemporaneo deve essere in grado di passare diversi test: quello grafico, quello contenutistico, quello temporale. Idealmente, un selezionatore non dovrebbe impiegare  più di  31 secondi per farsi una buona idea del candidato, perché questo è il tempo medio che impiega un recruiter dovendo leggere e valutare anche diverse centinaia di CV per ogni singola job vacancy.

Negli ultimissimi  anni si stanno poi diffondendo dei programmi di intelligenza artificiale che aiutano il recruiter nella scrematura dei CV. Questi processi di selezione si usano normalmente solo in grandi multinazionali e per profili professionali medio alti. Diventa quindi indispensabile imparare ad usare tutte le parole chiave più pertinenti per il profilo professionale a cui ci si candida.